B&B Le 5 Torri CIR 19081021C102693

Isole Egadi

Luoghi

L‘arcipelago delle Egadi comprende tre isole maggiori, Favignana, Levanzo e Marettimo, e due isolotti disabitati, Maraone e Formica. Il mare che le circonda è una Riserva Naturale Marina.

Favignana è la più grande, la più popolata e forse anche la più famosa delle tre isole. Ha una forma allungata, leggermente più stretta al centro, che ne giustifica il soprannome di “farfalla”. Nella metà dell’800, assunse sempre maggiore importanza nel panorama economico della zona grazie alla famiglia Florio che vi impiantò una grande tonnara, capace di realizzare spettacolari stagioni di mattanza. Ancora oggi la tradizione millenaria della mattanza si rinnova ogni anno, continuando ad essere l’appuntamento più importante per l’isola. Splendide le acque, le piccole insenature e i fondali dai colori indescrivibili. Come ci ricorda il nome di uno degli angoli più belli dell’isola, Cala Rossa, nelle sue acque si combatté la battaglia delle Egadi del 241 a.C. Sulla sommità della montagna, a 304 metri d’altezza, noterete il Castello di S. Caterina, costruito in epoca normanna dal re Ruggiero.

Levanzo, con i suoi 5 Kmq, è l’isola più piccola e meno abitata dell’arcipelago. Un borgo fatto da pochi abitanti e circondato da coste alte e frastagliate che si aprono su un mare limpidissimo. L’aspetto dell’isola è piuttosto selvaggio, fatto di anse, grotte e rilievi. Il suo maggior vanto è la Grotta del Genovese: nelle sue pareti sono stati ritrovati importanti graffiti del paleolitico superiore che raffigurano uomini, animali, scene di caccia e di pesca. Essi rappresentano anche una delle più antiche testimonianze della pesca del tonno in Sicilia.

Marettimo è la più lontana delle tre isole e anche la più montuosa, a 37 km dalla costa trapanese. Da non perdere il giro dell’isola e la visita alle grotte che si aprono sulle sue pareti che scendono a strapiombo sul mare. In cima a Punta Troia, è ben visibile il Castello che gli arabi usavano come torre d’avvistamento e che poi fu trasformato in prigione. Al suo interno fu rinchiuso anche Guglielmo Pepe.